lunedì 28 settembre 2015

Coscienza o reputazione?

Un maestro zen vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall'acqua.
Quando lo fece, lo scorpione lo punse.
Per l'effetto del dolore, il padrone lasciò l'animale, che di nuovo cadde nell'acqua in procinto di annegare.
Il maestro tentò di tirarlo fuori nuovamente e l'animale lo punse ancora.
Un giovane discepolo che era lì gli si avvicinò e gli disse: "Mi scusi maestro, ma perché continuate ? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall'acqua vi punge ?"
Il maestro rispose: "La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare".
Allora il maestro con l'aiuto di una foglia tirò fuori lo scorpione dell'acqua e gli salvò la vita; poi, rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò:
"Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni; perché gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli stai facendo, ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene, di abbandonare l'amore che vive in te.
Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano.
Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione, perché la tua coscienza è quello che sei e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te.
Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere."

lunedì 23 marzo 2015

Downshifting pratico 5: Correte per la Vita, non per la cena

Oggi grazie alla riflessione innescata dai miei amici Luigi De Lucia ed Ugo Albanese ho fatto un altro passo avanti rispetto all'applicazione del downshifting pratico.

C'era una volta un cane che si vantava con i suoi amici canini di poter correre più velocemente di chiunque altro. Un giorno corse dietro a un coniglio, nel tentativo di farne una preda, ma non riuscì a raggiungerlo. Gli amici non persero l'occasione di ridicolizzarlo per l'insuccesso. "Ok, ok - rispose loro il cane - questa volta non ce l'ho fatta. Ma ricordatevi, il coniglio correva per la vita, mentre io correvo solo per la cena."

Il fattore dominante?

La gente è solita trovare le più svariate giustificazioni ai successi altrui. Che raramente trovano reale fondamento. Le imprese più ardite, come pure i picooli successi che una persona ottiene, nascono infatti, e sempre, da una decisione a cui è seguita un'azione. A volte l'azione ha portato al risultato immediato. Altre volte (il più delle volte) l'azione si dimostra vana e ne richiede molte altre prima che la persona possa raggiungere il suo obiettivo. Ma qual è la soglia di "rottura"? Ovvero, dov'è che avviene la rinuncia al tentativo?

E dove possiamo distinguere il "vivere in semplicità" dalla "rinuncia"?

E' questo livello, infatti, che separa le persone  e le imprese di successo da quelle di insuccesso.
Non è il solo fattore, è vero: contano anche il prodotto, i mezzi a disposizione, il mercato e quant'altro. Ma un'attenta analisi della psicologia dei personaggi di successo, ed in particolare di imprenditori, professionisti, venditori di successo, mette subito in luce qual è la forza dominante di ciascuno di loro, e che li porta a conquistare risultati superiori alla media.

Questa forza non è la loro preparazione (che pure è importante); non è la loro idea di partenza (che aiuta molto); non sono i mezzi di cui dispongono (che rendono tutto molto più semplice): è la loro motivazione la forza dominante!

Solo chi è motivato, in effetti agisce! Gli altri desiderano, aspirano, vogliono, chiedono. Ma non fanno niente di serio per ottenere lo scopo!

Quindi la Motivazione diventa fattore critico e parte integrante del più vasto concetto del lifestyle del downshifter (ovvero colui che attua la scelta di preferire una maggiore disponibilità di tempo libero al miraggio di possibili brillanti carriere professionali).